Nell’antica masseria di Curti Petrizzi, la viticoltura è una tradizione che si tramanda da secoli. Intorno ad un’ampia fascia di macchia mediterranea, fin dal Settecento piccoli vigneti venivano coltivati con cura per creare un “nettare” delizioso non solo per il conte Balzamo, proprietario di queste terre, ma anche per quelli che – alla metà dell’Ottocento dopo la caduta del Regno delle Due Sicilie – furono definiti “disertori” e che, sono passati alla storia come “briganti” dopo l’unificazione dell’Italia.

Un trisavolo di Al Bano Carrisi, esattamente il bisnonno, nell’attiguo bosco lavorava come carbonaio. Era l’unico, secondo quanto risulta dagli impolverati documenti di famiglia, ad avere contatti diretti con i “briganti”. A lui, infatti, le undici persone che si nascondevano nelle campagne di Cellino San Marco si rivolgevano per avere vettovaglie e l’immancabile e delizioso vino di queste contrade. L’anziano carbonaio, temendo i “disertori”, non poteva sottrarsi al suo compito di “corriere”. Così, non ha mai fatto mancare a quegli uomini l’ottimo bicchiere di “miero”, come in dialetto ancora si indica il vino puro (dal latino “merum”).

SALICE SALENTINO

Varietà uve utilizzate:
Negroamaro (85%) e la Malvasia Nera di Brindisi (15%)

Colore:
Il vino ha un colore rosso intenso, dal profumo intenso, dal sapore asciutto, alquanto morbido e vellutato

Gradazione alcolica:
14 – 15 % circa.

Abbinamenti:
Accompagna bene tutti i piatti della cucina mediterranea ma si esprime al meglio con minestre asciutte, pasta fresca e ripiena, arrosti, cacciagione e formaggi piccanti

Temperatura di servizio:
16°-18°C

Contrada Bosco - 72020 Cellino San Marco (BR)

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per info:

www.vinicolalbano.it