Per destino e per vocazione agricola, il Salento è anche civiltà della vite e del vino, perchè il vino nel salento è antico quanto l’uomo e la sua agricoltura felice e rigogliosa come nessun’altra terra può sperare.
La coltivazione della vite, in queste aree poste al centro della fascia solare del mediterraneo, ha attraversato tutte le epoche, dai Greci ai Romani, per passare a Longobardi e Bizantini, e poi Normanni, Angioini e Aragonesi, e giungere sino al nostro tempo, con produzioni che fanno di questa regione una delle più produttive d’italia.
Differenti epoche storiche, segnate da differenti influenze culturali che, però, hanno saputo aggiungere un pezzo della propria identità alla puglia e alle sue genti, senza mai spezzare il filo rosso della storia, dove il rosso può essere quello intenso e cupo del Negramaro, o brillante e deciso del Primitivo e del Susumaniello.
Perchè la Puglia ed il Salento sono, innanzitutto, terre di rossi e rosati, a volte anche grandi e indimenticabili.
Due i maggiori elementi di forza: antica tradizione nella coltivazione della vite da un lato e condizioni pedoclimatiche ottimali dall’altro.E poi ancora, la vicinanza del mare, un valore aggiunto in grado di mitigare gli effetti di un clima, a tratti anche prepotente, che riesce a conferire ai vini quella complessità (ed eleganza) che li rende davvero unici, espressivi di un’identità che deve poter diventare un valore aggiunto assoluto per confrontarsi, ad armi pari, con territori di grande suggestione enologica e con un’esperienza di mercato assai più lunga.
Il disciplinare
Il Salice Salentino in cifre
10mln
bottiglie prodotte nel 2017
3,5mln
bottiglie esportate nel 2017
51
cantine associate
1500